Con finale di Caterina Scarfato, scelto dai commenti. Grazie Caterina!

“Forza, andiamo! Avanti!”

“Ehi, secondino, la conosco la strada, non spingere

SBAM!

La porta si è chiusa anche oggi, odio quel rumore. Quando sento sbattere quel cancello, quella porta ferrosa, mi viene da spaccare tutto. Spaccare cosa poi? Le due cose che stanno qui in cella? Vabbè, va… Mi butto sul letto.

Che brutta giornata.
Maledetta, odiosa giornata. Il letto è troppo duro. Sono stanco di queste pareti. Inizia a fare caldo e qui non si respira.

Vorrei avere qualcosa da fare, il tempo qui non passa mai; e vorrei non pensare tutti giorni al passato, a quello che ho fatto. Diamine! L’ho capito cosa ho fatto! Tutti giorni questa voce me lo ripete, continua a ripetermi le stesse parole… “Hai sbagliato”, “Non dovevi farlo“, “Devi pagare”… Basta!

E i secondini… Li sento ridere e ammiccare tra di loro. Sogghignano e indicano questa cella, bisbigliano, ridacchiano e continuano a indicarmi. Anche senza parlare me lo dicono. Lo capisco da come mi guardano.

Quello sguardo supponente… Quando aprono le sbarre per fare uscire il cane, questo povero cane che fa pena e schifo allo stesso tempo. Povero cane… Cattivo cane… Sporco cane… Lo so che lo pensano.
Siete dei maledetti!
Maledetti…
Male…
Questo cuscino è morbido, mi rilassa quando ci appoggio la testa… Non riesco più a tenere gli occhi aperti… Li chiudo un po’… sì, ecco, così… solo un po’…

Vedo davanti a me… Ѐ tutto offuscato, luci, ombre… un cane abbaia, ma lo sento in lontananza, è tutto ovattato.

La cella non è chiusa! La conosco bene quella cancellata, sono anni che mi ci appoggio, tutti i giorni, le sbarre sono serrate, sembrerebbe perfettamente chiusa, ma non è così. Quando girano la chiave per chiuderla c’è un punto, una fessura strettissima dove passa la luce; e quella fessura ora è scura, non ci vedo attraverso.

Devo provare a spingerla. Devo farlo ora. L’ho sempre sognato; appoggiarmi a quella porta e trovarla aperta, attraversarla e fuggire… Mi sto per alzare… Mi sudano le mani, tremo… Mi reggo a fatica sulle gambe… Sono in piedi. Mi avvicino.

Non sembrava così lontana… Sono qui. Eccola. Appoggio le mani sul freddo metallo. Ho paura a spingere… Se spingessi e trovassi resistenza… Se mi fossi sbagliato e le sbarre fossero chiuse… Torno a dormire… NO! Ora spingo, sì lo faccio! Sì! Si apre!

La porta è aperta, sono fuori!

L’uscita è a sinistra, ma qui a destra a qualche metro da me c’è un secondino di spalle, da solo. Sembra che non si sia accorto di nulla. C’è una pistola per terra… Qui ai miei piedi…

Alla mia sinistra la luce, la libertà
A destra la mia rivincita, potrei prendere la pistola e…

Ma sì… prendo la pistola, potrebbe servirmi… Le mani sudate mi creano difficoltà nella presa… pensieri convulsi affollano la mente

Non c’è tempo per pensare! Bisogna agire…

ho sognato da troppo tempo questo momento non posso lasciarmelo scappare… qualche dubbio affiora… com’è possibile che si siano dimenticati di chiudere la cella? Magari è un trucco per farmi cascare in un tranello… ora non sono solo le mani a sudare… dalla fronte cadono gocce come pioggia… l’euforia del momento è mitigata dal dubbio lacerante e dalla paura

Qualcuno si avvicina, odo dei passi… ritorno furtivamente nella mia cella, ma prima mi sbarazzo velocemente della pistola… accosto le sbarre e mi rimetto a letto facendo finta di dormire… il cambio della guardia sta per avvenire… odo il rumore di una chiave nella serratura e qualcuno discutere animatamente… non si capisce bene… parole concitate dette con rabbia… qualcuno cerca delle scuse… si sono accorti dell’errore

Un urlo nella notte mi riporta alla realtà… e in un bagno di sudore… ho solo sognato… sognato la libertà… quella cosa che dovrebbe essere un diritto di tutti, ma molti di noi ce la giochiamo con la sorte restando fregati…

Domani il sole prenderà il posto delle stelle in un rito perpetuo e io inizierò la mia giornata pensando a quella vita che mi aspetta oltre la gabbia che mi trattiene e che non posso vivere perchè gli sbagli bisogna pagarli e tutti i sogni finiscono all’alba…

Ho assaporato per un attimo il sapore della libertà… quella meravigliosa voglia di aprire le ali e lasciarsi il buio della notte alle spalle… mi resta la speranza che quel giorno possa nascere anche per me…

Inizierò da oggi a coltivare con pazienza come una piantina appena nata la mia speranza, affinché diventi un albero.

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